“TU SEI FELICE?”
Mi ha chiesto proprio così. La felicità… ma cos’è, alla fine, la felicità?
Etimologicamente viene descritta come la condizione positiva dell’animo raggiunta tramite l’appagamento dei propri desideri. Mah… Per me c’è un mah. E non è nemmeno piccolo.
In senso materiale è un paradosso, pensateci bene. Inversamente proporzionale alla propria ricchezza. Vuoi la moto, compra la moto… vuoi la Mercedes, compra la Mercedes… vuoi la villa vista mare, compra la villa vista mare… vuoi l’elicottero, compra l’elicottero. Insomma, si entra in un circolo vizioso dove il consumo della materia diviene il mezzo per sentirsi appagati, ottieni una cosa e subito ne vuoi un’altra, raggiungi una persona e subito dopo perde interesse. Perché mai? Forse è il valore che diamo noi a ciò che raggiungiamo, la chiave di lettura giusta. Che poi, esiste forse una scala dei valori per le Emozioni?
Ci si riempie la vita d’oggetti, a discapito del resto, con la convinzione di aver raggiunto questa famigerata “felicità” a cui tanto si aspira, quando in vero ci si ritrova con il Cuore vuoto e boicottato da questi inganni.
Io sono felice?… Non ho una macchina. Non ho ancora un lavoro fisso. Sto combattendo contro un disturbo dell’Anima. Il mio Tempio è un mezzo campo di battaglia. Non ho un ragazzo. Non ho figli. Non ho la villa al mare, non ho la moto, non ho l’elicottero e nemmeno il disco volante (l’avevo chiesto a Babbo Natale ma m’ha snobbata). Non ho un conto milionario in banca. Non ho ancora imparato a fare na cazzo de lavatrice come si conviene (questo è un grande problema).
“Non ho”. Questa parola è il diserbante per eccellenza della felicità.
Mi alzo la mattina, guardo il cielo e respiro. Ho una grande opportunità anche oggi: VIVERE.
Riesco a camminare, a parlare, a mangiare, a scrivere.
Esco e prendo l’autobus, e lì non si sa mai chi si può incontrare, c’è pure il piacere della scoperta!
Scambio due parole con qualcuno, rubo sorrisi ai bambini, li scruto da sotto il berretto tutti infreddoliti ed assonnati pensando alla giornata scolastica che li attende. Fantastico sui pensieri e le azioni degli altri.
Cosa penseranno? Cosa faranno? Siamo tutti connessi, inconsciamente e incredibilmente connessi. Stiamo tutti vivendo e respirando, in luoghi e modi diversi, ma tutti nello stesso momento.
Mi siedo e gusto un caffè, vedo un’amica, si raccolgono abbracci.
Si conosce, si scopre, si impara, si cade, ci si fa pure male delle volte (e che male!), ma ci si rialza. Sempre. Qui sta la felicità, per me. Nel saper cogliere tutti questi colori che apparentemente risultano scontati. Perché non lo sono… non lo sono affatto! Il profumo di un fiore, il frusciare degli alberi, lo scorrere dell’acqua, la corsa per non perdere il treno, una chiamata inaspettata, la musica a batter di sotto, un biglietto improvviso, uno sguardo d’intesa, il virare del cielo. La nascita di un nuovo giorno.
E viaggiare, dare il via ad una nuova avventura, sempre imprevedibile. Tornare a casa.
Le persone che incontro, i Cuori che suonano, le Anime in risonanza.
Penso che la felicità è fatta di piccoli istanti, si è come sulle montagne russe. Vai su, su, su… e poi quando ti sbattono nel vuoto ti sale l’adrenalina alle stelle. Più o meno funziona così. Come un elettrocardiogramma. E più si sa cogliere il valore nella semplicità della Vita, nella meraviglia dell’Universo… più comprendiamo la nostra appartenenza a tutto questo, più gli istanti aumentano, più si moltiplicano… Meno materia, più Anima, più Amore: questa, per me, è la felicità vera.
[Vero]